Corso multimediale online di organetto


Tecniche Avanzate 4 - Come costruire variazioni su una melodia musicale - Parte 1



Indicazioni preliminari

  1. Procedere nella lezione per gradi mettendo in pratica ciò che viene illustrato nei filmati e negli ascolti. Ogni ascolto e ogni visione va accompagnata da una certa dose di pratica sullo strumento prima di passare a un filmato o a un ascolto successivo. Teniamo conto che ogni modulo didattico può impegnare un tempo che può variare da allievo ad allievo, e che comunque, di solito, non è inferiore alle due ore.

  2. Durante la visione dei filmati usiamo il tasto PAUSE del lettore multimediale che stiamo usando, per fermare l'immagine in qualsiasi momento lo desideriamo. Questo ci permetterà di identificare con chiarezza le dita da usare e i tasti da suonare.

  3. I filmati vengono caricati in automatico, e la velocità di scaricamento dipenderà dal tipo di connessione Internet. I filmati sono stati ottimizzati per essere caricati velocemente.

  4. Qualora le indicazioni impartite a voce non si sentissero chiaramente, ciò dipende dal volume del lettore multimediale che dovrà essere aumentato per un corretto ascolto. Se ciò non fosse sufficiente, potremo agire anche sul controllo volumi di Windows.






  5. Incominciamo la prima delle due lezioni dedicate ad un argomento molto importante, come poter variare una melodia di partenza con la fisarmonica diatonica.

    In musica esistono i temi musicali, ad esempio chi non conosce il tema musicale della "Primavera" di Vivaldi? o della canzone popolare "Bella ciao"? Tutta la musica si basa sui temi e sulle variazioni di questi temi, pertanto possiamo affermare che non può esistere musica senza un tema e la sua variazione. Persino le composizioni più complicate, come ad esempio le Sinfonie di Mozart o di Beethoven partono da temi musicali molto semplici e poi si sviluppano attraverso un continuo processo di variazione ed elaborazione.

    La variazione è ogni riproposizione di un'idea musicale in cui essa subisca modifiche, più o meno profonde, rispetto alla sua forma originaria.

    Le modifiche possono riguardare qualunque aspetto dell'idea di partenza, come l'armonia, la melodia, l'articolazione del contrappunto, il ritmo, il timbro strumentale, la dinamica e perfino l'organizzazione formale. Ciò significa che il numero di variazioni che possiamo suonare su una singola melodia è pressochè infinito e in questa lezione vedremo alcune tecniche per realizzare concretamente delle variazioni musicali adatte alla fisarmonica diatonica e al suo repertorio.

    Il repertorio per fisarmonica diatonica è composto da melodie popolari piuttosto semplici, o anche da brani di composizione dove tuttavia l'idea melodica principale non è mai troppo complessa, proprio in virtù della semplicità dello strumento: 21 tasti e 8 bassi. Per questo motivo la variazione rappresenta un elemento fondamentale della prassi esecutiva alla fisarmonica diatonica, proprio per evitare la ripetizione continua di un tema musicale molto semplice, la qual cosa in musica significa interrompere l'espressione di significato musicale e conseguentemente annoiare l'ascoltatore.

    Il titolo di questa lezione è "Costruire variazioni"e il verbo "costruire" non è un sinonimo di suonare, la variazione non può essere semplicemente suonata ma va costruita attraverso dei procedimenti mentali più o meno automatici affinchè la variazione mantenga dei rapporti musicali e formali con la melodia principale. Altrimenti non è una variazione, è semplicemente una nuova melodia.

    Il primo passo per capire come si può costruire una variazione è capire quali elementi della melodia principale possono essere manipolati, per così dire, e qui abbiamo scelto di considerare soprattutto tre aspetti fondamentali: melodia, ritmo, armonia.

    1. Modificare la linea melodica. Ciò significa che la variazione si concentra soprattutto sul disegno della linea melodica, lo trasforma, lo altera, lo modifica.

    2. Modificare l'elemento ritmico. Ciò significa che il ritmo della melodia principale viene trasfigurato in un ritmo nuovo, pur mantenendo riconoscibile la melodia originale.

    3. Modificare l'armonia. Ciò significa che i bassi e gli accordi scelti per accompagnare la melodia principale non saranno gli stessi ma si faranno delle sostituzioni, parziali o complessive.

    Naturalmente questi tre aspetti possono fondersi tra loro e una variazione non è qualsi mai solo melodica, solo ritmica o solo di armonica, ma i tre aspetti possono essere modificati contemporaneamente.

    Per ragioni di spazio tralasceremo gli altri aspetti della variazione. Ad esempio, la dinamica; suonare la stessa frase forte e successivamente molto piano, significa che stiamo già suonando una variazione. Ad esempio il timbro musicale; suonare una frase musicale a due voci e poi risuonarla a tre voci, è già una variazione. Ad esempio, l'organizzazione formale; se suoniamo un valzer e poi riproponiamo la stessa melodia in un tempo pari o in cinque tempi, stiamo suonando ovviamente una variazione. L'articolazione dei suoni; Se suoniamo una frase con le note legate e successivamente suoniamo la stessa frase o lo stesso passaggio con note staccate, stiamo già facendo una variazione sul tema.

    La variazione è anche un vero e proprio genere musicale e forse l'esempio più fulgido sono le Variazioni Goldberg (BWV 988) composte da Johann Sebastian Bach fra il 1741 e il 1745 dove una semplice melodia musicale viene declinata successivamente in 30 variazioni sul tema. Può essere molto istruttivo avvicinarsi a questo monumento musicale anche per comprendere meglio il ruolo della variazione musicale nella fisarmonica diatonica. Possiamo ascoltarle qui di seguito nell'interpretazione di Andras Schiff, uno dei maggiori interpreti bachiani di sempre.



    Le principali tecniche che vedremo in queste due lezioni sono le seguenti:

    Lezione 1.

    1. Tecnica del "Pedale" armonico
    2. Tecnica della linea melodica parallela
    3. Tecnica dei blocchi di accordi
    4. Tecnica delle note di approccio
    5. Tecnica delle variazioni delle figure ritmiche

    Lezione 2.

    1. Tecnica del moto perpetuo, o "perpetuum mobile"
    2. Tecnica del fraseggio polifonico
    3. Tecnica della sostituzione armonica
    4. Tecnica del cambiamento di tonalità
    5. Tecnica della griglia armonica

    Faremo ricorso soprattutto a spiegazioni, ascolti audio, notazioni musicali e video che mostrano la corretta posizione delle mani e la composizione sulla tastiera di tutte le variazioni.

    Per ogni esercizio si raccomanda di leggere dapprima la partitura (per chi sa leggere la musica), in seguito di ascoltare il file midi relativo il cui player si trova sotto la figura, e infine di eseguirlo gradualmente attraverso le indicazioni fornite nel video.

    Nelle partiture adottiamo la notazione anglosassone delle armonie, che differisce dalla notazione classica proveniente dalle prime sillabe dei celebri versi di Guido d'Arezzo. La notazione anglosassone ha questa corrispondenza:

    A = LA
    B = SI
    C = DO
    D = RE
    E = MI
    F = FA
    G = SOL

    Iniziamo quindi lo studio delle prime cinque tecniche per variare un tema musicale.




    1. Tecnica del "Pedale" armonico



    Nella teoria musicale, un pedale è una nota (o un gruppo di note) di durata molto lunga, quasi sempre nel registro basso, cui spesso si aggiunge un'armonia dissonante in altre voci. Il termine proviene dalla musica per organo, per la capacità di questo strumento di tenere a lungo delle note, solitamente suonate, appunto, con la pedaliera.

    Il pedale è problematico da realizzare su alcuni strumenti, come ad esempio la fisarmonica diatonica che non può consentire suoni troppo prolungati in chiusura o in apertura per il fatto che la corsa del mandice è limitata. Per ovviare a questa deficienza, spesso il pedale si realizza ritmicamente, ripetendo ad intervalli la stessa nota, come vedremo esattamente negli esempi che seguono.

    Con questa tecnica proveremo a variare tre melodie molto conosciute. Sulla melodia di "Bella ciao" applicheremo un pedale ritmico di LA, mentre nelle melodia di "Uskudara" applicheremo sia un pedale di LA, sia un pedale di FA. Infine applicheremo un pedale anche in nella Giga irlandese "Trip to Pantheon" e in questo caso proveremo a realizzare un pedale continuo.



    Ascoltiamo all'organetto qui di seguito i tre temi sui quali costruire delle variazioni con il pedale armonico, e successivamente per ogni tema ascoltaremo anche la sua variazione.

    È importante notare che se utilizziamo questa tecnica, la melodia principale non cambia, ovvero non sarà variata o modificata in alcun modo, la variazione consiste appunto nell'abbinare alla melodia una nota di pedale che trasfigura il significato e l'atmosfera musicale della melodia originale. Pertanto non suoneremo più l'accompagnamento originale dela melodia, che sarà completamente sostituito dalla nota di pedale.


    In particolare dobbiamo fare due osservazioni. La prima è che se riusciamo a suonare un pedale in FA o in SOL, sicuramente la sua esecuzione sarà facilitata dal momento che queste sono note che ai bassi, alla mano sinistra, possiamo suonare sia in apertura che in chiusura, e pertanto non avremo problemi per la troppo apertura o la troppa chiusura del mantice. Se la nota di pedale è il SOL, potremo suonarlo un po' in apertura e un po'in chiusura, dosando il mantice in modo da suonare a lungo senza problemi.

    La seconda è che nel caso di pedale di LA, che è una nota che ai bassi abbiamo solo in apertura, la nota non potrà essere troppo lunga e soprattutto continua, perché in questo modo il mantice aprirebbe troppo con le conseguenze che ben conosciamo, e quindi in questo caso necessariamente dobbiamo ricorrere a una nota di pedale ripetuta con un determinato ritmo e soprattutto, cosa molto importante, dovremo usare molto la valvola dell'aria per recuperare continuamente mantice in chiusura. Ne consegue che possedere una tecnica perfetta della valvola di sfiato è fondamentale per poter suonare questo tipo di pedale in LA.

    Per la tecnica della valvola dell'aria si rimanda ovviamente alla lezione FT04 - Esercizi per il mantice e la valvola di sfiato contenuta nel Corso Base.

    Vediamo ora concretamente come applicare questa tecnica alle tre melodie che abbiamo visto nella partitura.





    E' molto importante notare che qualsiasi variazione deve essere suonata dopo che la melodia nella sua forma originale è già stata suonata, e appunto in questa prospettiva la variazione ha il ruolo di creare una senzazione di sorpresa nell'ascoltatore e, anche quando si ritorna alla melodia originale, si produce un ulteriore effetto positivo sull'ascoltatore.

    Capiamo quindi che la variazione ha il ruolo di uno stimolo musicale che ha lo scopo di non produrre una esecuzione monotona, meccanica e ripetitiva.

    Osserviamo più volte il video e ripetiamo la sequenza, rispettando le indicazioni del mantice APRIAMO e CHIUDIAMO. Le variazioni dovrano essere suonate con sicurezza.

    Esercitiamoci fino a quando non riusciremo a suonarle a velocità normale come illustrato nella parte finale del video che abbiamo appena visto.

    Come esercizio, una volta apprese le variazioni, possiamo suonare insieme al video.

    Attenzione. E' molto importante suonare con sicurezza la melodia solo con la mano destra prima di aggiungere l'accompagnamento dei bassi.




    2. Tecnica della linea melodica parallela



    Quello che proveremo a fare adesso è prendere una melodia molto semplice, e costruire delle variazioni usando la tecnica, o procedimento, delle linee melodiche parallele.

    Questa tecnica è sicuramente una delle più semplici da applicare e consente di creare delle variazioni in modo tutto sommato intuitivo e veloce. Si tratta infatti di imitare, per così dire, la melodia principale mantenendone il disegno ritmico inalterato ma suonandola a specchio e spostata, trasposta, di un determinato intervallo. Ad esempio, la variazione più semplice che possiamo suonare su una melodia è quella di suonarla parallelamente all'ottava superiore o inferiore, quindi lasciando la melodia inalterata, tuttavia suonandola in una diversa tessitura della fisarmonica diatonica.

    In particolare, useremo il tema molto semplice e conosciuto della Valse d'Amelie, di Yann Tiersen, e applicheremo questa tecnica per trovare in modo semplice e intuitivo ben quattro variazioni della melodia principale che elenchiamo qui di seguito:

    Variazione 1. Melodia parallela all'intervallo di terza, che in termini concreti significa che se la melodia originale inizia in LA, questa variazione suonerà il tema originale a partire dal DO.

    Variazione 2. Melodia parallela all'ottava inferiore. Questa probabilmente è la variazione più semplice da ottenere in quanto il tema originale rimane esattamente uguale ma viene suonato a partire dal LA basso, il LA all'ottava più bassa. Teniamo a mente che questo procedimento funziona anche al contrario, ovvero possiamo costruire una variazione di una qualsiasi melodia a partire dall'ottava superiore, dall'ottava più alta.

    Variazione 3. Melodia parallela all'intervallo di terza all'ottava inferiore. Dobbiamo a questo punto evidenziare che qualsiasi variazione può essere trattata come un nuovo materiale tematico che può essere variato a sua volta. Ed è esattamente quello che faremo per costruire questa variazione, ovvero suoneremo la variazione 1, alla terza, ma applicando il procedimento della variazione 2, ovvero suonandola all'ottava inferiore.

    Variazione 4. Melodia parallela all'intervallo di sesta. Possiamo definire questa variazione come la somma del tema principale con la variazione 3, ovvero suoneremo allo stesso tempo il tema e la melodia parallela all'intervallo di sesta. Attenzione, per questa variazione dobbiamo avere appreso molto bene la tecnica del fraseggio per seste, argomento contenuto nel Corso Base nella lezione FT05 - Esercizi per la tastiera del canto.

    Per questo esercizio, abbiamo trascritto la semplice melodia e l'abbiamo declinata secondo queste quattro variazioni. Vediamo qui di seguito la partitura.




    Come si vede, è una melodia molto semplice che ora proveremo a rendere meno monotona e meno ripetitiva. Adesso ascoltiamo le variazioni sul tema suonate alla fisarmonica diatonica.


    Vediamo ora concretamente come suonare sulla tastiera della fisarmonica diatonica queste variazioni.





    Proviamo a suonare tutte le variazioni e soprattutto cerchiamo di capire il procedimento che ha permesso di crearle.

    In una seconda fase di studio individuale, proveremo ad applicare lo stesso procedimento a un'altra melodia, ad un altro brano, a vostra scelta.

    Abbiamo infatti visto che sono fondamentali alcuni passaggi nella diteggiatura senza i quali l'esecuzione del passaggio non risulta agevole.

    Osserviamo più volte il video e ripetiamo la sequenza, rispettando le indicazioni del mantice APRIAMO e CHIUDIAMO. Le variazioni dovrano essere suonate con sicurezza.

    Esercitiamoci fino a quando non riusciremo a suonarle a velocità normale come illustrato nella parte finale del video che abbiamo appena visto.

    Come esercizio, una volta apprese le variazioni, possiamo suonare insieme al video.

    Attenzione. E' molto importante suonare con sicurezza la melodia solo con la mano destra prima di aggiungere l'accompagnamento dei bassi.

    Consiglio di studio. Proviamo ad applicare questa tecnica ad altre frasi semplici, le possiamo improvvisare, o le possiamo prendere da brani che già conosciamo.




    3. Tecnica dei blocchi di accordi



    Una melodia può essere variata anche sostituendola con degli accordi alla mano destra che ricreano al loro interno la melodia originale, o per lo meno le note più importanti. Quello che proveremo a fare adesso è prendere una melodia molto semplice, e costruire una variazione usando la tecnica, o procedimento, dei blocchi di accordi.

    Naturalmente, trattandosi di un procedimento che si basa sugli accordi, dobbiamo avere bene in mente dove si trovano e come si suonano gli accordi sulla tastiera destra. Ne consegue che possedere una buona conoscenza di come comporre gli accordi sulla tastiera è fondamentale per poter suonare questo tipo di variazione. Per la composizione degli accordi sulla tastiera si rimanda ovviamente alla lezione TE04 - Armonizzare per accordi sulla tastiera del canto contenuta nel Corso Base.

    Questa tecnica si presta bene per creare dei brevi momenti di musica per blocchi di accordi rispetto al brano nella sua interezza. Ad esempio, se un brano è formato da due frasi A e B, potremo suonare con questa tecnica solo la frase B per poi tornare al tema originale nella frase A, o viceversa. Questo perchè con questa tecnica il tema originale è sicuramente meno riconoscibile rispetto alle altre tecniche e quindi è consigliabile tornare al tema principale dopo un certo numero di battute.

    Useremo il tema di una mazurca francese piuttosto conosciuta, "Mazurka des Escholliers de Saint-Genet" di Gilles Chabenat, e applicheremo questa tecnica per creare una sorta di interludio per blocchi di accordi da alternare alla melodia principale.

    Per questo esercizio, abbiamo trascritto la semplice melodia e l'abbiamo declinata secondo questa variazione. Vediamo qui di seguito la partitura.



    È importante notare come in questa tecnica gli accordi non sono tenuti lunghi per tutta la durata della battuta, ma vengono suonati in base a un determinato pattern ritmico che deve necessariamente combinarsi con il ritmo alla mano sinistra, il ritmo dell'accompagnamento. Cercheremo di non suonare quindi mano destra e sinistra all'unisono, che sarebbe poco interessante, ma cercheremo di volta in volta alternative come la variazione ritmica o la sincope.

    Inoltre, per ricordare all'ascoltatore il tema originale, dovremo scegliere alcune note della melodia principale, almeno le più significative, quelle ad esempio all'inizio di ogni battuta, oppure quelle di passaggio da una frase all'altra e costruire gli accordi a partire da queste note oppure inserire queste note nel disegno melodico della variazione. Queste note sono state evidenziate in colore rosso nella partitura.

    Adesso ascoltiamo la variazione sul tema suonata alla fisarmonica diatonica.


    Vediamo ora concretamente come suonare sulla tastiera della fisarmonica diatonica queste variazioni.





    Proviamo a suonare la variazioni e soprattutto cerchiamo di capire il procedimento che ci ha permesso di crearla.

    In una seconda fase di studio individuale, proveremo ad applicare lo stesso procedimento a un'altra melodia, ad un altro brano, a vostra scelta.

    Abbiamo infatti visto che sono fondamentali alcuni passaggi nella diteggiatura senza i quali l'esecuzione del passaggio non risulta agevole.

    Osserviamo più volte il video e ripetiamo la sequenza, rispettando le indicazioni del mantice APRIAMO e CHIUDIAMO. Le variazioni dovrano essere suonate con sicurezza.

    Esercitiamoci fino a quando non riusciremo a suonarle a velocità normale come illustrato nella parte finale del video che abbiamo appena visto.

    Come esercizio, una volta apprese le variazioni, possiamo suonare insieme al video.

    Attenzione. E' molto importante suonare con sicurezza la melodia solo con la mano destra prima di aggiungere l'accompagnamento dei bassi.

    Consiglio di studio. Proviamo ad applicare questa tecnica ad altre frasi semplici, le possiamo improvvisare, o le possiamo prendere da brani che già conosciamo.




    4. Tecnica delle note di approccio



    Quando suoniamo una variazione su una melodia, si può dire che stiamo improvvisando e questa è sicuramente una abilità musicale tra le più avanzata. L'improvvisazione è praticamente sinonimo di musica jazz e quando stiamo improvvisando delle variazioni su un brano per fisarmonica diatonica, stiamo in un certo senso suonando jazz.

    Una delle tecniche di improvvisazione o variazione più usate è basata sull’uso delle cosidette "note d’approccio" che potremmo anche definire "note imparentate", ovvero quelle note che hanno una certa relazione con le note della melodia. Questa tecnica consiste nell’approcciare una nota della melodia principale, o anche dell'accordo, attraverso un’altra nota vicina. Una "nota di approccio" è quindi una nota che ha la funzione melodica di condurre ad un altra nota.

    Esistono quattro tipi di note d’approccio:

    1. Approccio per semitono superiore (ad esempio, nota originale MI, nota d'approccio FA);
    2. Approccio per tono superiore, (ad esempio, nota originale LA, nota d'approccio SI);
    3. Approccio per semitono inferiore, (ad esempio, nota originale LA, nota d'approccio SOL diesis);
    4. Approccio per tono inferiore, (ad esempio, nota originale LA, nota d'approccio SOL).

    Nota bene. Per nota originale si intende sia una nota della melodia originale, sia una nota dell'accordo dell'accompagnamento (ad esempio, se stiamo suonando un SI e siamo in LA minore, le note originali saranno la nota suonata, SI, e le tre note dell'accordo, LA DO MI).

    Per improvvisare su una melodia o eseguire delle variazioni di essa, non è necessario avere grandi conoscenze teoriche. Anzi, un positivo rapporto improvvisativo con lo strumento rende ancora più interessante approfondire la stessa tecnica esecutiva, cioè avvicinarsi al perfezionamento tecnico utilizzando quel gusto della scoperta tipico dell’improvvisazione.

    Ad esempio se sto suonando l'accordo di DO maggiore formato dalle note DO MI SOL come parte dell'armonia di un determinato passaggio posso "circondare" le note principali degli accordi con note estranee all'accordo utilizzando note della scala, cromatismi, o entrambe le cose. La sonorità dell'accordo resta nella sua struttura fondamentale inalterata ma il fraseggio si arricchisce, anche in base alle sonorità derivanti da determinati intervalli. Studiare le "note di approccio" conduce ad una padronanza strumentale maggiore ed all'ampliamento delle possibilità melodiche all'interno di un accordo.

    Vediamo nella seguente figura l'identificazione di alcune note di approccio per dare alcuni esempi concreti.




    Come si vede dalla figura qui sopra, abbiamo scelto quattro note di esempio, in particolare:

    1. Nota LA, con accompagnamento di LA minore;
    2. Nota SOL, con accompagnamento in SOL maggiore;
    3. Nota DO, con accompagnamento in DO maggiore;
    4. Nota RE, con accompagnamento in RE maggiore.

    Abbiamo preso ad esempio solo quattro note in quattro diverse armonizzazioni, ma come si intuisce, le combinazioni sono infinite e ovviamente questo è solo un esempio per capire il procedimento delle note di approccio che potrà quindi essere applicaro a qualsiasi nota, in qualsiasi armonizzazione.

    Attenzione. Tra tutte le note di approccio, ve ne sono alcune che nella fisarmonica diatonica sono più usate di altre, o semplicemente le altre non sono disponibili sulla nostra tastiera. Le note più frequentemente usate, e che quindi più facilmente potranno essere usate per comporre delle variazioni, sono indicate in colore rosso.

    È giunto quindi il momento di sperimentare questa tecnica e di suonare delle variazioni a partire da una melodia.

    Per fare questo esercizio, abbiamo considerato una melodia principale molto semplice, appena quattro note, e proveremo ora a costruire una serie di ben 10 variazioni proprio a partire dalle note di approccio, le note "imparentate". Vediamo qui di seguito la partitura.



    Come si vede, da una melodia molto semplice abbiamo scritto dieci variazioni, e questo è solo un numero minimo poiché abbiamo scelto solo quelle variazioni che sono suonabili agevolmente sulla fisarmonica diatonica. Altre variazioni molto più cromatiche o con alterazioni non presenti sulla nostra tastiera, sono state escluse.

    Adesso ascoltiamo queste dieci variazioni sul tema suonate alla fisarmonica diatonica.


    Vediamo ora concretamente come suonare sulla tastiera della fisarmonica diatonica queste variazioni.





    Proviamo a suonare tutte le variazioni e soprattutto cerchiamo di capire il procedimento che ha permesso di crearle.

    In una seconda fase di studio individuale, proveremo ad applicare lo stesso procedimento a un'altra semplice melodia, a vostra scelta.

    Osserviamo più volte il video e ripetiamo la sequenza, rispettando le indicazioni del mantice APRIAMO e CHIUDIAMO. Le variazioni dovrano essere suonate con sicurezza.

    Esercitiamoci fino a quando non riusciremo a suonarle a velocità normale come illustrato nella parte finale del video che abbiamo appena visto.

    Come esercizio, una volta apprese le variazioni, possiamo suonare insieme al video.

    Attenzione. E' molto importante suonare con sicurezza la melodia solo con la mano destra prima di aggiungere l'accompagnamento dei bassi.

    Consiglio di studio. Proviamo ad applicare questa tecnica ad altre frasi semplici, le possiamo improvvisare, o le possiamo prendere da brani che già conosciamo.




    5. Tecnica delle variazioni delle figure ritmiche



    Una ulteriore tecnica che possiamo sfruttare per costruire delle variazioni su un tema musicale consiste nel concentrarsi sull'elemento ritmico della melodia. Ciò significa naturalmente che anche la linea melodica risulterà modificata, il procedimento per arrivare alla variazione del tema farà riferimento soprattutto all'elemento ritmico. Vediamo come.

    Anche in questo caso si deve sottolineare il fatto che i ritmi disponibili in musica sono infiniti, pertanto anche le variazioni di una melodia possono essere, in teoria, infinite. Per esemplificare questo procedimento quindi sceglieremo solo quattro strutture ritmiche ideate apposta per questo svolgere questo esercizio e per spiegare questa tecnica.

    Partiamo come di consueto da una melodia di partenza che vogliamo variare. La melodia è un estratto dal brano "Les Valcevers" di Marc Perrone, un brano scritto proprio per fisarmonica diatonica molti anni fa dal compositore italiano, poi naturalizzato francese. Vediamo qui di seguito la partitura del tema originale e delle quattro variazioni.




    Come si vede dalla figura qui sopra, il tema originale è molto semplice, è in tempo di tre quarti, e soprattutto e composto quasi interamente da note da un quarto, quindi una nota per ogni tempo del valzer, quindi tre note per ogni battuta. Pertanto questo è l'elemento ritmico dominante nel tema originale, dal momento che su otto battute, ben cinque sono scritte esattamente con questo ritmo, tre note da un quarto per ogni battuta. Vediamo nella figura successiva la struttura ritmica del tema originale.




    Ora iniziamo a costruire delle variazioni su questo tema ponendo l'attenzione, come detto, sull'elemento ritmico. Ciò significa che sceglieremo una struttura ritmica differente, e a partire da quella varieremo la melodia originale. In particolare, la prima struttura ritmica scelta, si basa su una serie iniziale di sei ottavi, seguita da due battute contrassegnate da un quarto col punto. Vediamo nella figura successiva la struttura ritmica della variazione numero 1.




    Attenzione. Significato delle note colorate in rosso. Variare una melodia a partire dal ritmo non significa una libertà assoluta di inserire qualsiasi nota a casaccio nella struttura ritmica che abbiamo scelto. Ogni variazione, se è ben fatta, dovrebbe ricordare la melodia originale. In altre parole, le note importanti della melodia originale devono esssere contenute anche nella variazione. Ed è per questo che nella partitura che mostra il tema originale e le quattro variazioni, abbiamo segnato in rosso le prime note di ogni battuta del tema originale, che sono MI, LA, LA, MI, LA, RE, MI, SI (in colore rosso nel tema originale). Come possiamo vedere, queste note sono contenute anche nelle relative battute di ciascuna variazione.

    Ora continuiamo a costruire una nuova variazione a partire da una nuova struttura ritmica. In particolare, la seconda struttura ritmica scelta, si basa su una sequenza tutta in ottavi ma con una sincope all'inizio della serie, ovvero la nota verrà suonate in levare e non in battere. Abbiamo scelto una sincope proprio in quanto elemento ritmico e non melodico. Vediamo nella figura successiva la struttura ritmica della variazione numero 2.




    La terza nuova variazione contiene una struttura ritmica cosidetta "giambica" (il "giambo" è un tipo di ritmo adoperato nella metrica classica ed è formato da una sillaba breve e di una successiva sillaba lunga). Quindi anche la terza struttura ritmica scelta, è facilmente identificabile proprio grazie a questo particolare piede ritmico. Anche in questa variazione abbiamo scelto un elemento ritmico che connota tutta la variazione. Vediamo nella figura successiva la struttura ritmica della variazione numero 3.




    La quarta e ultima variazione del tema è stata costruita invece su un ritmo molto semplice, formato da un quarto seguito da quattro ottavi, una struttura ritmica che si ripete uguale in ogni battuta. Quindi anche la quarta struttura ritmica scelta, è facilmente identificabile proprio grazie a questa sequenza ritmica elementare, molto semplice. Vediamo nella figura successiva la struttura ritmica della variazione numero 4.



    Come si vede, da una melodia molto semplice abbiamo scritto quattro variazioni, e lo abbiamo fatto mettendo in primo piano un elemento ritmico che contraddistingue ogni singola variazione.

    Adesso possiamo ascoltare le variazioni suonate alla fisarmonica diatonica.


    Vediamo ora concretamente come suonare sulla tastiera della fisarmonica diatonica queste variazioni.





    Proviamo a suonare tutte le variazioni e soprattutto cerchiamo di capire il procedimento che ha permesso di crearle.

    In una seconda fase di studio individuale, proveremo ad applicare lo stesso procedimento a un'altra semplice melodia, a vostra scelta.

    Osserviamo più volte il video e ripetiamo la sequenza, rispettando le indicazioni del mantice APRIAMO e CHIUDIAMO. Le variazioni dovrano essere suonate con sicurezza.

    Esercitiamoci fino a quando non riusciremo a suonarle a velocità normale come illustrato nella parte finale del video che abbiamo appena visto.

    Come esercizio, una volta apprese le variazioni, possiamo suonare insieme al video.

    Attenzione. E' molto importante suonare con sicurezza la melodia solo con la mano destra prima di aggiungere l'accompagnamento dei bassi.

    Consiglio di studio. Proviamo ad applicare questa tecnica ad altre frasi semplici, le possiamo improvvisare, o le possiamo prendere da brani che già conosciamo.


    Abbiamo terminato la prima lezione su questo argomento, una lezione molto intensa e lunga, ma solo la ripetizione di questi esercizi con costanza giorno dopo giorno ci porterà a migliorare notevolmente la nostra abilità a suonare delle variazioni interessanti, facilitando l'apprendimento e migliorando l'esecuzione di tutti i nuovi pezzi che impareremo a suonare in futuro!

    Buona musica e alla prossima lezione!






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